Il ruolo del mediatore culturale


Il mediatore interculturale (506) la cui figura professionale è stata inserita nel 2018 nel RRFP della Regione Toscana si realizza quale figura ponte tra le comunità straniere e la rete dei servizi territoriali del CpI al fine di favorire il raccordo tra soggetti di culture diverse e garantire l’accessibilità ai servizi anche alle comunità straniere. Accompagna e facilita la relazione tra comunità locale e cittadini con background migratorio, favorendo l’integrazione sociale, culturale e lavorativa di questi ultimi.
La mediazione linguistico culturale (MLC) ha l’obiettivo di rafforzare le possibilità di inserimento lavorativo di persone provenienti da altre nazioni (comunitarie o extracomunitarie) favorendo la conoscenza e la comprensione della realtà del mercato del lavoro locale e nazionale.
Sul piano operativo la mediazione linguistico-culturale è concepita come una funzione integrata nel complessivo processo di “presa in carico” delle persone che si rivolgono ai CpI.

Obiettivo di fondo del servizio di mediazione linguistico – culturale è quello di facilitare i cittadini stranieri nell’accesso ai servizi dei Centri per l’Impiego e di esercitare un diritto di cittadinanza paritario.
La mediazione linguistico culturale quindi promuove la comunicazione tra gli operatori dei diversi servizi e gli utenti di madrelingua non italiana, traducendo, non solo linguisticamente, i messaggi, i significati e le procedure ma realizzando un servizio ponte tra culture diverse. Ecco i principali compiti:

  • presentare e rendere accessibili i servizi presenti nel CPI attraverso la mediazione linguistica che favorisce una rimozione dei diversi ostacoli comunicativi e culturali che possono intervenire in contesti interculturali e consente quindi una migliore comprensione delle procedure e delle informazioni fornite dagli operatori;
  • consente al servizio del Centro per l’Impiego di potenziare la capacità di accoglienza e di aumentare l’accessibilità di persone soggette a uno svantaggio, correlato alle diverse competenze linguistiche e socio relazionali;
  • aumentare il livello di occupabilità dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, per facilitare l’ingresso, il rientro e la stabilizzazione nel mercato del lavoro;
  • ricostruire con il supporto del mediatore linguistico il percorso formativo e professionale pregresso del cittadino straniero, rilevando i bisogni e l’eventuale domanda di formazione;
  • sostenere il cittadino nel percorso di inclusione socio lavorativa attraverso un’azione di presa in carico integrata con altri servizi territoriali in particolare per gli aspetti normativi e di accompagnamento sociale e sanitario sul territorio;
  • facilitare i rifugiati e i richiedenti asilo, residenti rispettivamente nei centri di accoglienza SIPROIMI (ex SPRAR) e CAS, nel corretto accesso ai servizi del CpI promuovendo una serie di azioni di rete concordate e propedeutiche ad una successiva presa in carico;
  • potenziare la collaborazione inter istituzionale fra il CpI e i diversi soggetti (Enti Gestori Centri di Accoglienza, CTP territoriali, Sportelli Immigrazione, Sportelli di ascolto della Caritas, Sportelli Arci, Associazioni di volontariato) che nei territori si occupano a vario titolo del tema dell’integrazione dei cittadini stranieri attraverso attività di rete.
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