COMMIT


Il progetto COMMIT ha puntato a rafforzare il sistema territoriale per l’inclusione lavorativa dei migranti attraverso:

a) la qualificazione dei servizi per l’orientamento al lavoro;

b) il consolidamento della collaborazione tra attori pubblici, privati, sociale e tessuto imprenditoriale. Asse portante del progetto è stata la valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri in relazione ai bisogni del tessuto produttivo locale potenziando il contributo di tutti gli attori della filiera del lavoro a cominciare dai Centri per l’Impiego (di seguito CPI).

Si è previsto dunque:

  • di rendere più efficace l’attività dei CPI sostenendo la messa in trasparenza delle competenze per questo target di utenza;
  • di consolidare la collaborazione con il sistema dell’accoglienza grazie ad attività di empowerment dedicate;
  • di implementare un modello di governance integrato attraverso il rafforzamento dei servizi di mediazione linguistica e della rete dei punti di accesso per la presa in carico integrata;
  • di coinvolgere il tessuto imprenditoriale locale tramite progetti pilota a livello locale.

Per farlo il progetto ha agito su un doppio livello: azioni sistemiche sulla rete dei servizi esistenti e sperimentazioni locali di modelli d’azione innovativi. Le azioni hanno mirato a dare risposta a bisogni di manodopera del sistema delle imprese, a sostenere l’emancipazione dei destinatari dal sistema di accoglienza e a rafforzare la rete degli attori territoriali in favore dell’inclusione lavorativa con benefici per tutto il mercato del lavoro.

Il titolo del progetto COMMIT, COmpetenze – MIgranti – In – Toscana, è un acronimo che richiama l’insieme dei seguenti elementi: la valorizzazione delle competenze dei migranti nella nostra regione ma anche il “commitment”, l’impegno e la responsabilizzazione che si vuole attivare presso i diversi attori della filiera del lavoro.

Obiettivi generali
Favorire l’inclusione lavorativa dei migranti nel territorio toscano valorizzandone la presenza come opportunità per il tessuto produttivo locale, così come suggerito dall’Agenda Europea per la migrazione e come indicato, con specifico riferimento ai richiedenti asilo e rifugiati, anche all’interno del Libro Bianco sulle politiche di accoglienza approvato come documento di indirizzo da Regione Toscana.

Attraverso le attività di progetto si è puntato pertanto a:

  • rispondere ai bisogni del tessuto produttivo locale in termini di manodopera e competenze valorizzando il contributo dei cittadini stranieri regolarmente residenti in Toscana;
  • favorire l’emancipazione dal sistema di accoglienza per la categoria di rifugiati e richiedenti asilo;
  • dare ai migranti l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio;
  • potenziare e qualificare la governance fra gli attori istituzionali e produttivi al fine di un empowerment generale del sistema del lavoro locale.

Obiettivi specifici

  • Rafforzare il ruolo attivo dei CPI e degli operatori del pubblico e del privato sociale per favorire l’inserimento socio-lavorativo dei cittadini dei paesi terzi, con particolare attenzione alla categoria di rifugiati e richiedenti protezione internazionale, attraverso la realizzazione di azioni volte al rafforzamento della rete tra CPI e centri di accoglienza;
  • Sostenere l’inclusione lavorativa dei cittadini di paesi terzi attraverso l’implementazione di percorsi mirati che vanno dalla messa in trasparenza delle competenze, all’apprendimento di abilità per la ricerca efficace del lavoro fino al supporto attivo nel matching tra domanda e offerta;
  • Promuovere e consolidare un modello di governance integrato per l’inserimento professionale delle persone accolte tramite un’azione di trasferimento di esperienze all’interno del territorio regionale e il rafforzamento e il consolidamento dei Punti Unici di Accesso (PUA);
  • Coinvolgere il tessuto imprenditoriale locale e il privato sociale nelle politiche attive per l’inclusione lavorativa dei cittadini stranieri attraverso attività sperimentali a livello locale grazie a percorsi di capacity building connesse ai bisogni del tessuto produttivo locale e all’empowerment degli ospiti di centri CAS e SAI;
  • Ridurre il numero di cittadini stranieri che lavorano in modo irregolare grazie alla produzione di strumenti di informazione multimediali e ad attività mirate di informazione rivolte a specifici target di utenza.